MA COME HO FATTO A CACCIARMI IN UNA SITUAZIONE DEL GENERE? EPPURE LO SAPEVO!
Mi chiamo Federica e ho 40 anni. Da dieci anni sono sposata e ho due figli. Mio marito fin dall’inizio del matrimonio si è manifestato burbero e irascibile ma ho sempre pensato che, crescendo la nostra famiglia, sarebbe cambiato. Invece negli ultimi due anni è diventato anche violento. Sicuramente i cambiamenti nel suo lavoro - è camionista e spesso rimane fuori città - lo hanno portato ad essere sempre più aggressivo ma quando mi picchia non riesco più a vedere niente di buono in lui. Un’associazione mi ha proposto di denunciarlo e scappare di casa con i miei figli per ritrovare la mia dignità, ma io sono sempre molto incerta di fronte a questa proposta perché è vero che voglio essere serena e ritrovare la pace ma non da sola. Credo infatti fermamente che il matrimonio è indissolubile e che il Signore ci ha voluti insieme. Forse dovrei cambiare io, darmi da fare di più come moglie e come madre, sostenendolo in tutte le sue fatiche personali, cercando di tenere a tutti i costi unita la famiglia. Cosa mi suggerisce?
Cara Federica, la tua situazione – purtroppo – è comune a quella di molte, troppe donne. Anzi, di molte, troppe famiglie.
Perché se è vero, come dici tu, che il Signore vi ha voluti insieme, è altrettanto vero che desidera per voi una vita in pienezza. La disillusione e la tristezza – in certi momenti – fanno parte della vita coniugale. Invece ora due alternative strazianti stanno davanti a te: lascio mio marito ma spezzo un legame che sento “per sempre”, o subisco “per il bene della famiglia” in attesa di un cambiamento che so che non avverrà mai. Nel primo caso nessuno potrà darmi torto, ma devo fare i conti con la mia coscienza, nel secondo caso sono destinata ad una vita infelice che probabilmente contagerà anche i miei figli.
«Forse dovrei cambiare io?» dici, suscitando sicuramente un balzo d’indignazione in molte donne che ti leggono. «Ma come? – penseranno – Sei stata così umiliata da non capire nemmeno dove sta il bene e dove sta il male? Chi picchia è un animale e non merita nessuna scusante!»
In realtà la desolazione profonda in te è quella con la quale ti dici: «Ma come ho fatto a cacciarmi in una situazione del genere? Eppure lo sapevo!». E sarai arrivata ad odiarti molto per questo.
Ora, se tuo marito è completamente fuori di sé e ritieni che stai rischiando per la tua incolumità, ti conviene effetti- vamente cercare protezione e poi decidere cosa fare, con l’aiuto di personale competente.
Ma se, come nella maggior parte dei casi, non vivi nel terrore e la violenza è episodica e contenuta, rivolgiti ad un consultorio o ad un professionista e fatti aiutare.
Ti sapranno consigliare l’opportunità, i modi e i tempi con i quali coinvolgere tuo marito. Non sarà facile, ma avrete la possibilità di farcela.
Affrettati Federica, ogni giorno passato è un giorno perso. Solo in questo devi cambiare, nella risolutezza ad avviare il cambiamento. Coraggio!
Perché se è vero, come dici tu, che il Signore vi ha voluti insieme, è altrettanto vero che desidera per voi una vita in pienezza. La disillusione e la tristezza – in certi momenti – fanno parte della vita coniugale. Invece ora due alternative strazianti stanno davanti a te: lascio mio marito ma spezzo un legame che sento “per sempre”, o subisco “per il bene della famiglia” in attesa di un cambiamento che so che non avverrà mai. Nel primo caso nessuno potrà darmi torto, ma devo fare i conti con la mia coscienza, nel secondo caso sono destinata ad una vita infelice che probabilmente contagerà anche i miei figli.
«Forse dovrei cambiare io?» dici, suscitando sicuramente un balzo d’indignazione in molte donne che ti leggono. «Ma come? – penseranno – Sei stata così umiliata da non capire nemmeno dove sta il bene e dove sta il male? Chi picchia è un animale e non merita nessuna scusante!»
In realtà la desolazione profonda in te è quella con la quale ti dici: «Ma come ho fatto a cacciarmi in una situazione del genere? Eppure lo sapevo!». E sarai arrivata ad odiarti molto per questo.
Ora, se tuo marito è completamente fuori di sé e ritieni che stai rischiando per la tua incolumità, ti conviene effetti- vamente cercare protezione e poi decidere cosa fare, con l’aiuto di personale competente.
Ma se, come nella maggior parte dei casi, non vivi nel terrore e la violenza è episodica e contenuta, rivolgiti ad un consultorio o ad un professionista e fatti aiutare.
Ti sapranno consigliare l’opportunità, i modi e i tempi con i quali coinvolgere tuo marito. Non sarà facile, ma avrete la possibilità di farcela.
Affrettati Federica, ogni giorno passato è un giorno perso. Solo in questo devi cambiare, nella risolutezza ad avviare il cambiamento. Coraggio!