LA VITA DEI VEDOVI E DELLE VEDOVE È PROVATA DAL DOLORE DELLA PERDITA DEL CONIUGE. MA CON FORZA, CORAGGIO E INTELLIGENZA D’AMORE POSSONO CRESCERE POSITIVAMENTE I LORO FIGLI, ED AIUTARLI A MATURARE CON UNA GRANDE UMANITA'
Si parla spesso delle fatiche di educare i figli, di appianare le divergenze educative tra i coniugi. Si rischia di dimenticare chi, come Giovanna, ci dice che «la difficoltà di fare famiglia per me è quasi quotidiana. Vivo sola con uno splendido figlio di undici anni perché mio marito è morto nel 2004. Abbiamo un bellissimo rapporto basato sul rispetto dei nostri ruoli, ma denso di tanto affetto. Non ho mai pensato di assumere anche il ruolo di padre perché cerco con grande modestia di assolvere a quello di mamma. Ora però che Andrea sta crescendo temo che l’assenza del padre possa in qualche modo turbare il suo equilibrio».
Cara Giovanna, grazie per la tua bella e forte testimonianza di mamma che dona affetto a piene mani nonostante le difficol- tà della vita. Don Oreste è stato tra i primi a parlare di “eclissi del padre” quando ancora nessuno se ne era accorto. Rilevava lo sbiadimento e la debolezza dei padri che c’erano, ma allo stesso tempo diceva che quando il padre veniva a mancare - come nel tuo caso - la madre aveva in sé tutte le potenzialità per far crescere il figlio in maniera equilibrata. Quindi, tu giustamente sei pre-occupata (cioè pensi prima a come occuparti di lui) per tuo figlio e fai bene, perché sei una mamma premurosa. Io penso che l’amore e la costante e intelligente ricerca di strumenti adeguati siano sufficienti a farvi attraversare positivamente tutte le difficoltà legate alla crescita e alla tua particolare situazione. Se posso solamente darti qualche suggerimento, sono due i rischi che vedo legati alla tua situazione. Il primo è che creiate un rapporto troppo stretto dal quale facciate poi fatica a svincolarvi, il secondo è che Andrea si senta talvolta diverso dai coetanei che hanno il padre. Per il primo aspetto credo che un costante monitoraggio e un incoraggiamento a trovarvi i vostri reciproci spazi, che lui coltivi le amicizie della sua età, possano bastare. E mi sembra che in te ci sia la saggezza per favorire questo movimento. Per il secondo cogliere e dare voce ai suoi sentimenti anche di sconforto, lo possono aiutare. Poi c’è il fatto dei modelli, di cui tutti abbiamo bisogno: Andrea è grande abbastanza per capire che gli altri maschi non sono suo padre, quindi tu puoi adoperarti affinché lui possa frequentare uomini che gli forniscano un modello positivo maschile: un allenatore, un animatore
particolarmente in gamba, uno zio. Il fatto che tu sia in continua ricerca è garanzia di una genitorialità che - come sappiamo - non è mai perfetta ma “sufficientemente adeguata”.
Cara Giovanna, grazie per la tua bella e forte testimonianza di mamma che dona affetto a piene mani nonostante le difficol- tà della vita. Don Oreste è stato tra i primi a parlare di “eclissi del padre” quando ancora nessuno se ne era accorto. Rilevava lo sbiadimento e la debolezza dei padri che c’erano, ma allo stesso tempo diceva che quando il padre veniva a mancare - come nel tuo caso - la madre aveva in sé tutte le potenzialità per far crescere il figlio in maniera equilibrata. Quindi, tu giustamente sei pre-occupata (cioè pensi prima a come occuparti di lui) per tuo figlio e fai bene, perché sei una mamma premurosa. Io penso che l’amore e la costante e intelligente ricerca di strumenti adeguati siano sufficienti a farvi attraversare positivamente tutte le difficoltà legate alla crescita e alla tua particolare situazione. Se posso solamente darti qualche suggerimento, sono due i rischi che vedo legati alla tua situazione. Il primo è che creiate un rapporto troppo stretto dal quale facciate poi fatica a svincolarvi, il secondo è che Andrea si senta talvolta diverso dai coetanei che hanno il padre. Per il primo aspetto credo che un costante monitoraggio e un incoraggiamento a trovarvi i vostri reciproci spazi, che lui coltivi le amicizie della sua età, possano bastare. E mi sembra che in te ci sia la saggezza per favorire questo movimento. Per il secondo cogliere e dare voce ai suoi sentimenti anche di sconforto, lo possono aiutare. Poi c’è il fatto dei modelli, di cui tutti abbiamo bisogno: Andrea è grande abbastanza per capire che gli altri maschi non sono suo padre, quindi tu puoi adoperarti affinché lui possa frequentare uomini che gli forniscano un modello positivo maschile: un allenatore, un animatore
particolarmente in gamba, uno zio. Il fatto che tu sia in continua ricerca è garanzia di una genitorialità che - come sappiamo - non è mai perfetta ma “sufficientemente adeguata”.