CI SONO DIVERSI TIPI DI INTELLIGENZA. DA UN PO’ DI ANNI MOLTI STUDIOSI RIVOLGONO L’ATTENZIONE A QUELLA EMOTIVA, PERCHÉ SAREBBE IN GRADO DI AIUTARE IL BAMBINO (E L’ADULTO) A VIVERE IN ARMONIA CON SE STESSO.
Non abbiamo mai parlato di emozioni, e questo mese ce ne dà occasione Mariella che ci racconta di suo figlio «che in quinta elementare pare vivere tutte le emozioni in maniera esagerata: per una frustrazione strilla e si dimena come un bambino piccolo, quando è felice con gli amici non si sa controllare e si sfinisce, oppure combina qualche guaio, preso dall’eccessivo entusiasmo».
Emozioni, queste sconosciute! Vorremmo insegnarle ai nostri bambini ma noi che ne sappiamo? A volte travolti dalla rabbia, che riversiamo sui nostri cari o nel nostro fegato, o atterriti dalle paure che hanno preso il posto di quelle di quando eravamo bambini: una volta era il buio, adesso è il mutuo, ma la costrizione dello sterno resta la stessa. Rinneghiamo così tristezza e gioia, perché sono troppo forti; ci anestetizziamo, e non riusciamo più a capire quando una cosa o una persona ci piace o ci disgusta. Ci perdiamo così alcuni dei segnali più importanti che il buon Dio ci ha dato per conoscere la realtà. Sì, perché le emozioni sono fonte di grande conoscenza, se ci abituiamo ad ascoltarle.
Si potrebbero fare infinite disquisizioni sulle diverse teorie, sulle definizioni e sulle classificazioni. Ma al momento ciò che interessa, cara Mariella, è che riusciamo a metterci in testa due concetti fondamentali.
Il primo è che ogni emozione è lecita. È quello che facciamo di conseguenza alle nostre emozioni casomai da tenere sotto controllo. Cioè se mio figlio è arrabbiato non lo devo far sentire in colpa per la sua rabbia, ma perché sceglie di far seguire un certo comportamento, ad esempio rompere un gioco o picchiare suo fratello. E allora il primo passo è quello di dare spazio dentro di noi al dialogo con le nostre emozioni, e insegnarlo ai nostri figli.
E così, quando io mi sarò soffermato un po’ a dialogare con la mia rabbia, magari si scioglierà e diventerà meno rabbiosa; perché non l’ho compressa dentro di me, o per- ché non l’ho fatta uscire come una fucilata contro quello che me l’ha procurata. E allora potrà uscire un pensiero di benevolenza verso l’altro: «Ma guarda... questo qua mi fa proprio salire dentro una rabbia, adesso cerco di capire perché, e se la rabbia è l’unica opzione che ho di rapportarmi con lui»; o addirittura verso di me: «Come sono buffo ad arrabbiarmi per queste cose» oppure addirittura: «Ringrazio la mia rabbia perché mi ha fatto capire che quel suo comportamento era sbagliato, adesso cerco il modo più efficace per dirglielo».
Il secondo concetto fondamentale... lo scriviamo la prossima volta. È finito lo spazio!
Emozioni, queste sconosciute! Vorremmo insegnarle ai nostri bambini ma noi che ne sappiamo? A volte travolti dalla rabbia, che riversiamo sui nostri cari o nel nostro fegato, o atterriti dalle paure che hanno preso il posto di quelle di quando eravamo bambini: una volta era il buio, adesso è il mutuo, ma la costrizione dello sterno resta la stessa. Rinneghiamo così tristezza e gioia, perché sono troppo forti; ci anestetizziamo, e non riusciamo più a capire quando una cosa o una persona ci piace o ci disgusta. Ci perdiamo così alcuni dei segnali più importanti che il buon Dio ci ha dato per conoscere la realtà. Sì, perché le emozioni sono fonte di grande conoscenza, se ci abituiamo ad ascoltarle.
Si potrebbero fare infinite disquisizioni sulle diverse teorie, sulle definizioni e sulle classificazioni. Ma al momento ciò che interessa, cara Mariella, è che riusciamo a metterci in testa due concetti fondamentali.
Il primo è che ogni emozione è lecita. È quello che facciamo di conseguenza alle nostre emozioni casomai da tenere sotto controllo. Cioè se mio figlio è arrabbiato non lo devo far sentire in colpa per la sua rabbia, ma perché sceglie di far seguire un certo comportamento, ad esempio rompere un gioco o picchiare suo fratello. E allora il primo passo è quello di dare spazio dentro di noi al dialogo con le nostre emozioni, e insegnarlo ai nostri figli.
E così, quando io mi sarò soffermato un po’ a dialogare con la mia rabbia, magari si scioglierà e diventerà meno rabbiosa; perché non l’ho compressa dentro di me, o per- ché non l’ho fatta uscire come una fucilata contro quello che me l’ha procurata. E allora potrà uscire un pensiero di benevolenza verso l’altro: «Ma guarda... questo qua mi fa proprio salire dentro una rabbia, adesso cerco di capire perché, e se la rabbia è l’unica opzione che ho di rapportarmi con lui»; o addirittura verso di me: «Come sono buffo ad arrabbiarmi per queste cose» oppure addirittura: «Ringrazio la mia rabbia perché mi ha fatto capire che quel suo comportamento era sbagliato, adesso cerco il modo più efficace per dirglielo».
Il secondo concetto fondamentale... lo scriviamo la prossima volta. È finito lo spazio!
La febbre
No, non è un anticipo della prossima rubrica di medicina! È un film del 2005 con Fabio Volo, diretto dal regista Alessandro D’Alatri, basato sulle critiche alla burocrazia italiana e sulla difficoltà di realizzazione dei giovani. In realtà l’affrancamento del protagonista dagli schematismi familiari e sociali alla ricerca della sua strada, passa attraverso la guida forte delle sue emozioni. La rabbia, l’entusiasmo, l’invidia nel suo capo, la paura in sua madre, i ricordi del padre defunto, un collega che “rimanda” le emozioni. Se l’avete già visto, provate a riguardarlo con queste nuove lenti!
No, non è un anticipo della prossima rubrica di medicina! È un film del 2005 con Fabio Volo, diretto dal regista Alessandro D’Alatri, basato sulle critiche alla burocrazia italiana e sulla difficoltà di realizzazione dei giovani. In realtà l’affrancamento del protagonista dagli schematismi familiari e sociali alla ricerca della sua strada, passa attraverso la guida forte delle sue emozioni. La rabbia, l’entusiasmo, l’invidia nel suo capo, la paura in sua madre, i ricordi del padre defunto, un collega che “rimanda” le emozioni. Se l’avete già visto, provate a riguardarlo con queste nuove lenti!