Caro Marco, da tempo leggo la tua rubrica e mi interessa soprattutto quando parli della differenza tra gli uomini e le donne perché mi ci ritrovo. Però mi dovresti spiegare – e un po’ quindi ti provoco – perché io a letto funziono secondo delle modalità che penso tu definiresti “femminili”. Cioè io non riesco a sganciare le mie “prestazioni” dall’andamento della relazione umana con mia moglie. Cioè se noi stiamo bene, riesco, ma se litighiamo, se siamo in un momento in cui non ci capiamo, ho un rifiuto del contatto con lei. Ma di solito non sono le donne che si fanno questi problemi e gli uomini che invece “sono sempre pronti”?
Angelo - via mail
Sì, è vero Angelo, solitamente si dice così e forse è anche l’esperienza della maggior parte delle coppie. Lei che si concede quando tutto è appianato e si lascia andare quando si sente in sintonia con il marito, lui che al contrario cerca la sintonia attraverso il rapporto fisico.
Però non mi stupisco che possa accadere anche il contrario e ti spiego il perché, facendo un ragionamento su due livelli: micro e macro.
La parte macro riguarda i cambiamenti degli stereotipi maschili e femminili degli ultimi decenni: la massiccia entrata delle donne nel mondo del lavoro, con lo sviluppo di parti quindi anche più “assertive” e la speculare scoperta della parte “tenera” che c’è anche in ogni uomo, ha permesso ad ognuno di esprimersi nei rapporti secondo modalità più personali e meno legate alla tradizionale durezza maschile e tenerezza femminile.
Questo però ha avuto anche alcuni effetti collaterali, per cui non è raro che un uomo sia a volte impaurito e bloccato dell’energia che sprigiona una donna e che una donna si senta poco attratta da un maschio troppo tenero e docile, che pure aveva sempre desiderato.Per quanto riguarda gli aspetti che ho definito micro, prova solo a riflettere su un paio di questioni: la prima riguarda l’ansia da prestazione, e cioè: chi ha più da rischiare se a letto le cose non funzionano? Io penso che permanga qui un paradossale retaggio del passato, e cioè il sentimento di inadeguatezza maschile, che si legge tra le tue righe, che ti fa pensare di non essere all’altezza. Poi pensa a ciò che succede durante un rapporto: alla fine chi si espone di più? Io direi l’uomo che, se si sente debole o non in sintonia, diventerà ancora più insicuro.
Ma il punto, caro Angelo, non è se sia normale quello che ti succede ma, come voi avete giustamente speri- mentato, fare in modo che i gesti del vostro corpo siano il più possibile in armonia con quello che di profondo costruite tra voi coniugi.