PICCOLE DONNE CRESCONO. TALVOLTA I GENITORI SE NE ACCORGONO, ALTRE VOLTE NO. ALLORA CI PENSANO LE FIGLIE A METTERE I CONFINI, DOLOROSAMENTE.
"In questo periodo mi sento un fallimento come padre– scrive Antonio da Milano–. La mia piccola Elisa (ha appena compiuto quattordici anni), la mia principessina di sempre, colei che da sempre mi chiamava “il mio eroe” non mi parla più. Da qualche mese è diventata scontrosa e irascibile. Tiene sempre il muso e ogni volta che cerco di parlarle mi dice: “Taci, che non sai niente!”. A scuola ha degli ottimi risultati, frequenta la parrocchia, è impegnata negli scout e ha compagnie sane... non sono preoccupato per questo. Ma mi spaventa vederla così fredda e arrabbiata nell’ambiente domestico. A pranzo e a cena si litiga sempre, non riusciamo più a ricreare quell’armonia e quella serenità di un tempo. Non capisco da dove derivi tutto questo astio nei miei confronti e (sebbene in misura minore) nei confronti di mia moglie».
Sai Antonio, la prima cosa che mi ha colpito della tua bella lettera – e che mi ha fatto sorridere– è stata questa “mia piccola Elisa” che sta per compiere... 14 anni!
Quando poi hai continuato con la “principessina” e tu “eroe”, ecco che le intuizioni cominciavano a trovare forma. C’è poi un altro fatto un po’ strano: spesso le ragazze (non “piccola”) a quella età diventano terribili con le mamme, non con i papà.
E allora la sensazione che ho sentito è che questa figlia il messaggio lo vuole dare a te. L’età è quella giusta. Il sogno di un mondo delle favole ormai è solo un ricordo. Il papà eroe, principe azzurro (sa un po’ di Edipo questa cosa) è ormai sfumato. Ormai ha ben chiari i tuoi difetti, i tuoi limiti, vuole raggiungere una visione reali- stica di te e della tua famiglia.
Basta idealizzazioni, basta ragazze e famglie modello. Siamo reali, e ci incontriamo sui confini dei nostri limiti. Forse non te ne sei accorto e allora te lo grida. In te rimane la rassicurante immagine della bambina che ti tenevi sulle ginocchia e ti guardava con ammirazione. Antonio vedi, uno dei compiti del padre è quello di stabilire un contatto con la realtà e fissare dei confini, in questo caso i confini generazionali. Forse hai abdicato a questo ruolo ed Elisa ha dovuto sostituirti. Una sostituzione aspra però, a volte malposta, fuori dalle righe. Del resto, non era compito suo...
Ristabilisci un contatto con tua moglie perché la percepisco molto sullo sfondo e chiedi a lei come rapportarti con tua figlia. Vedrai che saprà dirti qualcosa di illuminante. Comportati da padre e non cercare consolazione in tua figlia. Una padre vero, reale, che sa indicare la strada, che sa essere mentalmente presente ma che si sa spostare al momento opportuno per indicare la strada.
"In questo periodo mi sento un fallimento come padre– scrive Antonio da Milano–. La mia piccola Elisa (ha appena compiuto quattordici anni), la mia principessina di sempre, colei che da sempre mi chiamava “il mio eroe” non mi parla più. Da qualche mese è diventata scontrosa e irascibile. Tiene sempre il muso e ogni volta che cerco di parlarle mi dice: “Taci, che non sai niente!”. A scuola ha degli ottimi risultati, frequenta la parrocchia, è impegnata negli scout e ha compagnie sane... non sono preoccupato per questo. Ma mi spaventa vederla così fredda e arrabbiata nell’ambiente domestico. A pranzo e a cena si litiga sempre, non riusciamo più a ricreare quell’armonia e quella serenità di un tempo. Non capisco da dove derivi tutto questo astio nei miei confronti e (sebbene in misura minore) nei confronti di mia moglie».
Sai Antonio, la prima cosa che mi ha colpito della tua bella lettera – e che mi ha fatto sorridere– è stata questa “mia piccola Elisa” che sta per compiere... 14 anni!
Quando poi hai continuato con la “principessina” e tu “eroe”, ecco che le intuizioni cominciavano a trovare forma. C’è poi un altro fatto un po’ strano: spesso le ragazze (non “piccola”) a quella età diventano terribili con le mamme, non con i papà.
E allora la sensazione che ho sentito è che questa figlia il messaggio lo vuole dare a te. L’età è quella giusta. Il sogno di un mondo delle favole ormai è solo un ricordo. Il papà eroe, principe azzurro (sa un po’ di Edipo questa cosa) è ormai sfumato. Ormai ha ben chiari i tuoi difetti, i tuoi limiti, vuole raggiungere una visione reali- stica di te e della tua famiglia.
Basta idealizzazioni, basta ragazze e famglie modello. Siamo reali, e ci incontriamo sui confini dei nostri limiti. Forse non te ne sei accorto e allora te lo grida. In te rimane la rassicurante immagine della bambina che ti tenevi sulle ginocchia e ti guardava con ammirazione. Antonio vedi, uno dei compiti del padre è quello di stabilire un contatto con la realtà e fissare dei confini, in questo caso i confini generazionali. Forse hai abdicato a questo ruolo ed Elisa ha dovuto sostituirti. Una sostituzione aspra però, a volte malposta, fuori dalle righe. Del resto, non era compito suo...
Ristabilisci un contatto con tua moglie perché la percepisco molto sullo sfondo e chiedi a lei come rapportarti con tua figlia. Vedrai che saprà dirti qualcosa di illuminante. Comportati da padre e non cercare consolazione in tua figlia. Una padre vero, reale, che sa indicare la strada, che sa essere mentalmente presente ma che si sa spostare al momento opportuno per indicare la strada.