Le chiedo come affrontare un problema che non mi sta facendo dormire la notte. La primavera scorsa a mia moglie hanno cominciato a venire dapprima giramenti di testa e abbiamo pensato alla stanchezza, poi tremori, sudore, tachicardia. Pensavamo a qualche malattia ma il nostro medico, dopo aver fatto degli accertamenti, ci ha detto che si tratta di “Attacchi di panico” e le ha prescritto degli psicofarmaci. Ci ha detto di stare tranquilli ma la nostra vita è cambiata. Ogni volta che usciamo c’è il terrore che possa avere un attacco, anche davanti ai bambini. Io le dico di reagire e lei mi dice che la tratto come una matta, o una malata di mente. Mi pare una strada senza uscita!
Rino - Padova
Rino - Padova
Attacco di panico, matta, ansia, malata di mente, sono termini che si fondono e si confondono nelle persone e nelle reti familiari.
Ha fatto bene il tuo medico a rassicurarvi, se non altro perché gli attacchi di panico interessano sempre più persone. L’attacco di panico è molto invalidante perché chi lo vive ha la sensazione di perdere il controllo, e vive nel terrore dell’attesa del successivo attacco. Se è vero che è diffuso, è anche vero che non va banalizzato. Per questo vi consiglio – se lo ritenete – di fare un passaggio anche da uno psichiatra che potrà valutare più attentamente la necessità del trattamento farmacologico e potrà mirarlo in maniera più adeguata al disturbo, e alle caratteristiche personali di tua moglie.
Accanto a questo non sarebbe male abbinare un supporto personale, perché solitamente i farmaci sono piuttosto efficaci, ma non eliminano le cause che hanno condotto all’esordio del sintomo. Potrebbero essere delle difficoltà personali irrisolte, o una condotta di vita troppo stressante, o una scarsa propensione a prendersi cura di se, perchè magari oberati dalla cura dei figli.Come vivere questo tempo? Innanzitutto considerandolo come un dono, accogliendolo. Il panico è un sintomo, e il sintomo è segno di qualcosa che forse non si voleva ve- dere. Come ti dicevo, potrebbe essere l’occasione per rinforzare il rapporto tra di voi che magari era un po’ al- lentato, o perché tua moglie si decida finalmente a prendersi dei tempi suoi, di ricarica fisica, psichica o spirituale. Che lei ti provochi e ti chieda implicitamente se la consideri “matta” è comprensibile. Anche lei ha molta paura e ti chiede chi è adesso per te.
Non cadere nella trappola di considerarla “malata di mente” nel senso spregiativo del termine. La patologia è prima di tutto un patire, un pathos, un soffrire che ci ricorda la nostra condizione umana.
Questo non ci impedisce di amare, come abbiamo promesso, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella ma- lattia.
Ha fatto bene il tuo medico a rassicurarvi, se non altro perché gli attacchi di panico interessano sempre più persone. L’attacco di panico è molto invalidante perché chi lo vive ha la sensazione di perdere il controllo, e vive nel terrore dell’attesa del successivo attacco. Se è vero che è diffuso, è anche vero che non va banalizzato. Per questo vi consiglio – se lo ritenete – di fare un passaggio anche da uno psichiatra che potrà valutare più attentamente la necessità del trattamento farmacologico e potrà mirarlo in maniera più adeguata al disturbo, e alle caratteristiche personali di tua moglie.
Accanto a questo non sarebbe male abbinare un supporto personale, perché solitamente i farmaci sono piuttosto efficaci, ma non eliminano le cause che hanno condotto all’esordio del sintomo. Potrebbero essere delle difficoltà personali irrisolte, o una condotta di vita troppo stressante, o una scarsa propensione a prendersi cura di se, perchè magari oberati dalla cura dei figli.Come vivere questo tempo? Innanzitutto considerandolo come un dono, accogliendolo. Il panico è un sintomo, e il sintomo è segno di qualcosa che forse non si voleva ve- dere. Come ti dicevo, potrebbe essere l’occasione per rinforzare il rapporto tra di voi che magari era un po’ al- lentato, o perché tua moglie si decida finalmente a prendersi dei tempi suoi, di ricarica fisica, psichica o spirituale. Che lei ti provochi e ti chieda implicitamente se la consideri “matta” è comprensibile. Anche lei ha molta paura e ti chiede chi è adesso per te.
Non cadere nella trappola di considerarla “malata di mente” nel senso spregiativo del termine. La patologia è prima di tutto un patire, un pathos, un soffrire che ci ricorda la nostra condizione umana.
Questo non ci impedisce di amare, come abbiamo promesso, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella ma- lattia.