DIRE SEMPRE LA VERITÀ AI BAMBINI? ANCHE QUANDO È SCOMODA? ANCHE QUANDO È IMBARAZZANTE? PICCOLE E GRANDI BUGIE DETTE AI FIGLI “A FIN DI BENE” RISCHIANO DI RITORCERSI CONTRO I GENITORI, CREANDO DANNI ALLA FIDUCIA NELLE RELAZIONI
Mio figlio Manuel di 7 anni – scrive Elisabetta – da un po’ mi chiede con insistenza di vedere suo padre. Le dico la verità, per me con lui è finita, mi sono separata 5 anni fa, e da allora il piccolo non l’ha più visto. Gli è stata anche tolta la patria potestà ed ho saputo che adesso è in una comunità, ma non mi pare il caso di dirlo a Manuel, altrimenti poi lo saprebbe tutto il paese». Ma come giusti- fica una assenza così protratta? «Gli dico che è al lavoro – scrive più avanti – che sono stanca e che quando saremo liberi andremo a trovarlo. Insomma continuo ad inventare scuse». Ma la curiosità di Manuel diventa un tarlo, infatti «le maestre hanno chiesto di dire cosa avrebbe voluto fare da grande e lui ha risposto: “Mi compro una moto e vado a trovare il papà”».
Non è per niente semplice, cara Elisabetta, ma la linea che stai tenendo, certamente in buona fede, ti renderà col tempo sempre più imbarazzata nei confronti di Manuel. Ogni figlio, lo diceva spesso anche don Oreste, ha un bisogno insopprimibile di conoscere i suoi genitori. Nulla lo potrà fermare, e alla sua età capisce al volo che qualcosa non quadra. «Perché tutti gli altri bambini vedono il papà e io no? Perché anche quelli che lavorano lontano ogni tanto tornano? Forse io non sono bravo?». Capisci, Elisabetta, questi potrebbero essere i pensieri che piano piano si formano nella sua mente, e il fatto che non si possa permettere di farti domande, perché le tue risposte sono evasive, crea in lui un peso difficile da sopportare. Pensa poi alla sfiducia che potrebbe avere verso di te e verso le persone che gli stanno intorno se venisse a saperlo da altri: «Perché non mi avete detto nulla? Perché mi avete mentito?»
La verità, detta con amore e in maniera consona all’età, non potrà mai far male quanto le fantasie che riempiono il vuoto del padre che gli manca.
Forse non trovi il coraggio, perché anche tu sei sola e
confusa. Fatti dare una mano da qualcuno di cui ti fidi. Prova, come un copione, ad abbozzare un discorso per dirgli qualcosa. Vedrai che subito ti sembrerà di non trovare le parole, ma poi sarà più facile di quanto immaginavi. Comincia con qualcosa del tipo: «Il Giudice, che vuole bene ai bambini, ha visto che il tuo papà non era in grado di essere un buon papà perché non stava bene. Adesso si sta facendo aiutare e non è possibile che tu lo veda. Però anche lui vorrebbe vederti, e ti vuole bene, come te ne voglio io, i tuoi nonni, le maestre, i tuoi amici».
Con la tua sensibilità, aggiungerai negli anni altri parti- colari. Vedrai che per lui sarà un sollievo, e anche per te.
Non è per niente semplice, cara Elisabetta, ma la linea che stai tenendo, certamente in buona fede, ti renderà col tempo sempre più imbarazzata nei confronti di Manuel. Ogni figlio, lo diceva spesso anche don Oreste, ha un bisogno insopprimibile di conoscere i suoi genitori. Nulla lo potrà fermare, e alla sua età capisce al volo che qualcosa non quadra. «Perché tutti gli altri bambini vedono il papà e io no? Perché anche quelli che lavorano lontano ogni tanto tornano? Forse io non sono bravo?». Capisci, Elisabetta, questi potrebbero essere i pensieri che piano piano si formano nella sua mente, e il fatto che non si possa permettere di farti domande, perché le tue risposte sono evasive, crea in lui un peso difficile da sopportare. Pensa poi alla sfiducia che potrebbe avere verso di te e verso le persone che gli stanno intorno se venisse a saperlo da altri: «Perché non mi avete detto nulla? Perché mi avete mentito?»
La verità, detta con amore e in maniera consona all’età, non potrà mai far male quanto le fantasie che riempiono il vuoto del padre che gli manca.
Forse non trovi il coraggio, perché anche tu sei sola e
confusa. Fatti dare una mano da qualcuno di cui ti fidi. Prova, come un copione, ad abbozzare un discorso per dirgli qualcosa. Vedrai che subito ti sembrerà di non trovare le parole, ma poi sarà più facile di quanto immaginavi. Comincia con qualcosa del tipo: «Il Giudice, che vuole bene ai bambini, ha visto che il tuo papà non era in grado di essere un buon papà perché non stava bene. Adesso si sta facendo aiutare e non è possibile che tu lo veda. Però anche lui vorrebbe vederti, e ti vuole bene, come te ne voglio io, i tuoi nonni, le maestre, i tuoi amici».
Con la tua sensibilità, aggiungerai negli anni altri parti- colari. Vedrai che per lui sarà un sollievo, e anche per te.