ANCHE QUELLE CHE CONSIDERATE BANALITA', VI DARANNO INFORMAZIONI PREZIOSE PER CAPIRVI.
Caro Marco, nella tua rubrica, come in molte simili di altri giornali, si sente spesso la solita solfa: «Mio marito non mi ascolta, io non mi sento capita», le donne sensibili, empatiche, e i maschi un po’ orsi che hanno bisogno di un corso di formazione alla comunicazione. Beh, con tutto rispetto, non è che le cose siano sempre così. Io sono sposato – tra alti e bassi – da 15 anni e spesso mi è capitato di non sentirmi capito da mia moglie. Penso che queste grandi esperte di relazione, dovrebbero fare qualche sforzetto per capire che noi uomini non siamo come loro. I temi sono diversi, ma la capacità di ascolto e di comprensione dovrebbe essere di entrambi. Il bisogno di gareggiare e fare sport, la voglia di uscire con gli amici, i film d’azione, l’impegno sociale... insomma, come si può far capire che non è che i loro sono bisogni e i nostri sono capricci. Mi pare che i consulenti siano un po’ sbilanciati. Grazie.
Antonio
Antonio
C’è un po’ di rancore nella tua interessante riflessione, Antonio, qualche rospetto di troppo che ti pare di avere ingoiato. Tutto in buona fede, pare.
Passano gli anni, cerchi di essere comprensivo del mondo di lei, e non sempre ci riesci. Poi avanzi richieste “banali” e ricevi picche! Ma come? Non posso bermi una birra in compagnia? Non possiamo guardare insieme “007 “o la “Trilogia di Jason Bourne”? Non posso buttarmi a capofitto nell’organizzazione di una manifestazione del paese dove tutti mi diranno che sono bravo? Sì, hai ragione, potrem- mo considerarli il corrispettivo maschile rispettivamente delle lunghe telefonate con le amiche a parlar di tutto, della visione dei “Ponti di Madison County” o della passeggiata al parco durante la quale tutti dicono a lei: «Ma sono suoi questi bei bambini? Che brava mamma!».
Piccole grandi soddisfazioni al maschile e al femminile. Che dire, Antonio? Non mi resta che convenire con te, anche per ovvie ragioni di alleanza maschile, e perché dici che siamo sbilanciati...
Ricordate però una cosa semplice: il rapporto a due non è un gioco a somma zero. Avete capito che basare la vostra felicità (solo) su reci- proche concessioni vi lascerà sempre insoddisfatti. L’animo umano è appagato dalla relazione profonda. Vi pare difficile quando si è così diversi? Provate allora a stupirvi della vostra diversità. Provate ad immergervi nel mistero delle differenze. «Ma che cosa ci troverà nel parlare con le amiche?».
«Ma che ci sarà di intelligente nel parlare di calcio davanti ad una birra?». Provate a volgere la vostra attenzione non tanto al vostro disappunto quanto alle sfumature dell’umore dell’altro. È più felice? Meno? È deluso? È confusa? E non dite: «Ma le cose importanti della vita sono altre». Vedrete che anche quelle che considerate banalità come quelle che vi ho citato vi daranno informazioni pre- ziose per capirvi. Comincia pure tu, è un bell’esercizio anche da fare da soli.
Passano gli anni, cerchi di essere comprensivo del mondo di lei, e non sempre ci riesci. Poi avanzi richieste “banali” e ricevi picche! Ma come? Non posso bermi una birra in compagnia? Non possiamo guardare insieme “007 “o la “Trilogia di Jason Bourne”? Non posso buttarmi a capofitto nell’organizzazione di una manifestazione del paese dove tutti mi diranno che sono bravo? Sì, hai ragione, potrem- mo considerarli il corrispettivo maschile rispettivamente delle lunghe telefonate con le amiche a parlar di tutto, della visione dei “Ponti di Madison County” o della passeggiata al parco durante la quale tutti dicono a lei: «Ma sono suoi questi bei bambini? Che brava mamma!».
Piccole grandi soddisfazioni al maschile e al femminile. Che dire, Antonio? Non mi resta che convenire con te, anche per ovvie ragioni di alleanza maschile, e perché dici che siamo sbilanciati...
Ricordate però una cosa semplice: il rapporto a due non è un gioco a somma zero. Avete capito che basare la vostra felicità (solo) su reci- proche concessioni vi lascerà sempre insoddisfatti. L’animo umano è appagato dalla relazione profonda. Vi pare difficile quando si è così diversi? Provate allora a stupirvi della vostra diversità. Provate ad immergervi nel mistero delle differenze. «Ma che cosa ci troverà nel parlare con le amiche?».
«Ma che ci sarà di intelligente nel parlare di calcio davanti ad una birra?». Provate a volgere la vostra attenzione non tanto al vostro disappunto quanto alle sfumature dell’umore dell’altro. È più felice? Meno? È deluso? È confusa? E non dite: «Ma le cose importanti della vita sono altre». Vedrete che anche quelle che considerate banalità come quelle che vi ho citato vi daranno informazioni pre- ziose per capirvi. Comincia pure tu, è un bell’esercizio anche da fare da soli.