Lavoro da fuori di testa.
Le vicissitudini di una neolaureata nell’universo del lavoro precario. È il filo conduttore dell’interessante Tutta la vita davanti (Virzì, 2008). Marta è una ragazza colta che trova lavoro nel call-center di un’azienda che commercializza un elettrodomestico tuttofare (e difettoso), e si avventura così nel mondo assurdo e grottesco di giovani avvenenti telefoniste, venditori invasati quanto i loro superiori, danze motivazionali, jingle aziendali, premiazioni e penitenze.
Uno sguardo a volte feroce e a volte sapientemente ironico, quello di Virzì, che presenta in modo iperbolico ma purtroppo molto realistico le assurdità del moderno mondo del lavoro, visto con gli occhi divertiti e sgomenti di una giovane filosofa.
Un film consigliato ai genitori dei ragazzi alle soglie della maturità; da guardare con occhio critico per coglierene le esagerazioni ma anche gli spunti acuti che offre, e per metterci in guardia.
Le vicissitudini di una neolaureata nell’universo del lavoro precario. È il filo conduttore dell’interessante Tutta la vita davanti (Virzì, 2008). Marta è una ragazza colta che trova lavoro nel call-center di un’azienda che commercializza un elettrodomestico tuttofare (e difettoso), e si avventura così nel mondo assurdo e grottesco di giovani avvenenti telefoniste, venditori invasati quanto i loro superiori, danze motivazionali, jingle aziendali, premiazioni e penitenze.
Uno sguardo a volte feroce e a volte sapientemente ironico, quello di Virzì, che presenta in modo iperbolico ma purtroppo molto realistico le assurdità del moderno mondo del lavoro, visto con gli occhi divertiti e sgomenti di una giovane filosofa.
Un film consigliato ai genitori dei ragazzi alle soglie della maturità; da guardare con occhio critico per coglierene le esagerazioni ma anche gli spunti acuti che offre, e per metterci in guardia.