Paradossale commedia tragicomica, La guerra dei Roses (DeVito, 1989) illustra efficacemente come si può passare da una passionale storia d’amore, al raffreddamento, alla guerra e all’odio più distruttivo. Accade tra i due coniugi Rose, Oliver e Barbara, che Michael Douglas e Kathleen Turner interpretano in maniera molto realistica.
A nulla valgono gli sforzi del riflessivo avvocato Gavin D’Amato, interpretato dallo stesso regista Danny DeVito per fare ragionare la coppia. I figli, gli amici, i colleghi assistono impotenti alla spirale distruttiva talvolta grottesca dei coniugi Roses che giocano al rialzo tra umiliazioni, dispetti, intenzionali disattenzioni.
Un film leggero e pesante allo stesso tempo, da godersi nelle parti comiche, da riflettere nelle parti più drammatiche. Un film che provocatoriamente definirei “educativo” per imparare cosa “non” fare nelle relazioni, e il tragico epilogo, come la morale finale nelle novelle di Esopo, dovrebbe mettere in guardia tutti quelli che a volte giocano a farsi del male.
A nulla valgono gli sforzi del riflessivo avvocato Gavin D’Amato, interpretato dallo stesso regista Danny DeVito per fare ragionare la coppia. I figli, gli amici, i colleghi assistono impotenti alla spirale distruttiva talvolta grottesca dei coniugi Roses che giocano al rialzo tra umiliazioni, dispetti, intenzionali disattenzioni.
Un film leggero e pesante allo stesso tempo, da godersi nelle parti comiche, da riflettere nelle parti più drammatiche. Un film che provocatoriamente definirei “educativo” per imparare cosa “non” fare nelle relazioni, e il tragico epilogo, come la morale finale nelle novelle di Esopo, dovrebbe mettere in guardia tutti quelli che a volte giocano a farsi del male.