MANDARE LA PICCOLA AL NIDO? PAPÀ E MAMMA LA VEDONO IN MANIERA DIVERSA. MA LA DOMANDA NASCONDE MOLTE ALTRE QUESTIONI DA AFFRONTARE
«Sono sposata e ho tre figli – scrive Rosa – ho sempre lavorato part-time. La mia ultima nata non ha ancora l’età per la scuola materna ed io devo tornare al lavoro, stiamo ragionando sul nido, ma mio marito non è molto d’accordo... Cosa sarà meglio per lei?». Se il rapporto di coppia è sereno, se c’è stima e fiducia reciproca, le diversità di vedute non sono contraddizioni ma ricchezze e ognuno è curioso di capire il punto di vista dell’altro.
«Con gli altri due figli – continua Rosa – c’era la disponibilità della nonna, ancora in salute. Mio marito sostiene che non sia così fondamentale il lavoro della moglie, insomma potrebbe stare a casa e gestire la piccola fino al prossimo anno... quando andrà all’asilo. Dimostra un forte senso di protezione verso la piccola e sostiene che non sia un’esperienza positiva quella del nido. Io invece sostengo che mia figlia è molto socievole e che stare in mezzo ai bambini può farle solo bene». Ma allora, cara Rosa, non è solo del nido che state parlando! Hai visto quanti temi ci sono in ballo? C’è – come ci dici – il problema se mandare o meno la vostra bimba al nido, ma c’è anche una ristrutturazione importante dei rapporti con le vostre famiglie. Come è cambiato il vostro rapporto con la nonna che è meno in forma? Come state affrontando emotivamente il fatto di non poter contare sul suo appoggio, e magari di dover essere voi a farvi carico di lei e degli altri vostri genitori?
Poi mi scrivi parole che sanno di Edipo. Perché tuo marito è così protettivo? Era così anche con gli altri? È la prima figlia femmina? La principessa di papà?
C’è poi un bisogno sopito di definire bene i ruoli. Tuo marito pensa che sia lui a dover mantenere la famiglia? Ti pare che non capisca il tuo bisogno di realizzarti? Visto che anche la figlia tu la vedi “molto socievole” e lui è protettivo, prova a capire perché è così preoccupato del fatto che una donna esca di casa. Potrebbe essere un retaggio culturale o una paura legata ad una circostanza particolare.
Vedi Rosa, le cose da chiarire sono molte. Datevi tempo, affrontatele con calma, magari approfittando della pausa estiva, facendovi aiutare se serve da un professionista o anche da un sacerdote che dia il giusto tono spirituale alle vostre scelte che paiono così “tecniche” ma non lo sono. Snocciolate tutti i temi che dalla lettera sono emersi e non preoccupatevi se non arrivate subito all’accordo su tutto. Le diversità vanno integrate, con pazienza.
Poi vedrete che la scelta di mandare o meno vostra figlia al nido verrà di conseguenza, con naturalezza.
Richiesta di asilo
La diffusione degli asili nido è un fenomeno recente e strettamente collegato al cambiamento del ruolo della madre, sempre più lavoratrice, sia per ragioni economiche, che di realizzazione individuale. Tuttavia i genitori che cercano un asilo, sanno che trovare un posto, e trovarlo ad un prezzo accessibile, spesso è un’impresa. Secondo una ricerca del Politecnico, negli asili nido milanesi c’è posto solo per 1 bambino su 5. Eppure il 94% delle richieste dei genitori viene accolta. Una percentuale molto alta che fa di Milano la prima della classe in Italia rispetto al 74% di Napoli e al 57% di Roma.
«Con gli altri due figli – continua Rosa – c’era la disponibilità della nonna, ancora in salute. Mio marito sostiene che non sia così fondamentale il lavoro della moglie, insomma potrebbe stare a casa e gestire la piccola fino al prossimo anno... quando andrà all’asilo. Dimostra un forte senso di protezione verso la piccola e sostiene che non sia un’esperienza positiva quella del nido. Io invece sostengo che mia figlia è molto socievole e che stare in mezzo ai bambini può farle solo bene». Ma allora, cara Rosa, non è solo del nido che state parlando! Hai visto quanti temi ci sono in ballo? C’è – come ci dici – il problema se mandare o meno la vostra bimba al nido, ma c’è anche una ristrutturazione importante dei rapporti con le vostre famiglie. Come è cambiato il vostro rapporto con la nonna che è meno in forma? Come state affrontando emotivamente il fatto di non poter contare sul suo appoggio, e magari di dover essere voi a farvi carico di lei e degli altri vostri genitori?
Poi mi scrivi parole che sanno di Edipo. Perché tuo marito è così protettivo? Era così anche con gli altri? È la prima figlia femmina? La principessa di papà?
C’è poi un bisogno sopito di definire bene i ruoli. Tuo marito pensa che sia lui a dover mantenere la famiglia? Ti pare che non capisca il tuo bisogno di realizzarti? Visto che anche la figlia tu la vedi “molto socievole” e lui è protettivo, prova a capire perché è così preoccupato del fatto che una donna esca di casa. Potrebbe essere un retaggio culturale o una paura legata ad una circostanza particolare.
Vedi Rosa, le cose da chiarire sono molte. Datevi tempo, affrontatele con calma, magari approfittando della pausa estiva, facendovi aiutare se serve da un professionista o anche da un sacerdote che dia il giusto tono spirituale alle vostre scelte che paiono così “tecniche” ma non lo sono. Snocciolate tutti i temi che dalla lettera sono emersi e non preoccupatevi se non arrivate subito all’accordo su tutto. Le diversità vanno integrate, con pazienza.
Poi vedrete che la scelta di mandare o meno vostra figlia al nido verrà di conseguenza, con naturalezza.
Richiesta di asilo
La diffusione degli asili nido è un fenomeno recente e strettamente collegato al cambiamento del ruolo della madre, sempre più lavoratrice, sia per ragioni economiche, che di realizzazione individuale. Tuttavia i genitori che cercano un asilo, sanno che trovare un posto, e trovarlo ad un prezzo accessibile, spesso è un’impresa. Secondo una ricerca del Politecnico, negli asili nido milanesi c’è posto solo per 1 bambino su 5. Eppure il 94% delle richieste dei genitori viene accolta. Una percentuale molto alta che fa di Milano la prima della classe in Italia rispetto al 74% di Napoli e al 57% di Roma.