EMPATIA E' L'ESATTO CONTRARIO DI UN ATTEGGIAMENTO DI DEBOLEZZA
Caro Marco, il mese scorso, rispondendo alla nostra lettera, ci hai detto che le soluzioni reciproche ai nostri bisogni vanno trovate attraverso “un percorso empatico, non tecnico”. Non ci crederai ma io e mia moglie siamo riusciti ad aver da ridire anche sull’interpretazione delle tue parole. Che cosa significa “essere empatici”? Noi l’abbiamo interpretato come “darci ragione” e quindi, in qualche maniera, che ognuno deve cedere. Questo ci ha molto irritati. Vuol dire che ci dobbiamo bere ogni cosa che l’altro/a ci dice? Scusa se siamo un po’ contorti o se ci siamo spiegati male.
Lino - via mail
Lino hai ragione! Frasi corte e semplici per affrontare temi delicati e complessi rischiano di diventare slogan incomprensibili. E allora sviluppiamo un po’ il tema dell’empatia, ed in particolare parliamo di che cosa significa essere empatici verso il coniuge nel corso di una discussione.
L’empatia – definizione da enciclopedia – è la capacità di riconoscere i pensieri e le emozioni degli altri e di reagire con sentimenti consoni. È quello che con parole più semplici si dice “mettersi nei panni dell’altro”.
Empatia – suvvia ragazzi – non significa assolutamente “darla vinta” ed è l’esatto contrario di un atteggiamento di debolezza.
Solo chi è forte infatti riesce, nel corso di una discussione che lo coinvolge, a mettere un attimo da parte la sua posizione e a prendere in considerazione i sentimenti e i bisogni altrui.
Ciò che la muove è il rispetto e la curiosità. Il rispetto è verso la persona che ho di fronte, che ho scelto di amare “sempre, nella salute e nella malattia” e quindi – perché no – anche quando la pensa diversamente da me.
La curiosità deve essere sincera. Ognuno si chieda dentro di sé: «Ma perché lui la vede così? Perché reagisce in quella maniera? Quali sono le sue paure? I suoi bisogni?» È un modo stupendo per interrogarsi sul mistero che il coniuge ogni giorno ci offre. E un ottimo modo per avere sempre qualcosa da scoprire.
Quanti sposi si inaridiscono perché “non hanno più niente da dirsi”. Quando si parla sempre delle solite cose, o quando alla fine non si parla più, è perché si è rinunciato al dialogo profondo. «Sono fatto così, sono fatta così» è un veleno terribile che rinsecchisce la creatività. L’immagine che ci si è creati diventa la maschera e la prigione.
Liberatevi, Lino, di queste catene e tuffatevi nel mare di libertà che potete donarvi. Amare la persona per quello che è, capirla, non è accontentarsi ma scegliere di incamminarsi in un viaggio avventuroso ed infinito.
Lino - via mail
Lino hai ragione! Frasi corte e semplici per affrontare temi delicati e complessi rischiano di diventare slogan incomprensibili. E allora sviluppiamo un po’ il tema dell’empatia, ed in particolare parliamo di che cosa significa essere empatici verso il coniuge nel corso di una discussione.
L’empatia – definizione da enciclopedia – è la capacità di riconoscere i pensieri e le emozioni degli altri e di reagire con sentimenti consoni. È quello che con parole più semplici si dice “mettersi nei panni dell’altro”.
Empatia – suvvia ragazzi – non significa assolutamente “darla vinta” ed è l’esatto contrario di un atteggiamento di debolezza.
Solo chi è forte infatti riesce, nel corso di una discussione che lo coinvolge, a mettere un attimo da parte la sua posizione e a prendere in considerazione i sentimenti e i bisogni altrui.
Ciò che la muove è il rispetto e la curiosità. Il rispetto è verso la persona che ho di fronte, che ho scelto di amare “sempre, nella salute e nella malattia” e quindi – perché no – anche quando la pensa diversamente da me.
La curiosità deve essere sincera. Ognuno si chieda dentro di sé: «Ma perché lui la vede così? Perché reagisce in quella maniera? Quali sono le sue paure? I suoi bisogni?» È un modo stupendo per interrogarsi sul mistero che il coniuge ogni giorno ci offre. E un ottimo modo per avere sempre qualcosa da scoprire.
Quanti sposi si inaridiscono perché “non hanno più niente da dirsi”. Quando si parla sempre delle solite cose, o quando alla fine non si parla più, è perché si è rinunciato al dialogo profondo. «Sono fatto così, sono fatta così» è un veleno terribile che rinsecchisce la creatività. L’immagine che ci si è creati diventa la maschera e la prigione.
Liberatevi, Lino, di queste catene e tuffatevi nel mare di libertà che potete donarvi. Amare la persona per quello che è, capirla, non è accontentarsi ma scegliere di incamminarsi in un viaggio avventuroso ed infinito.