CRISI ECONOMICA E CRISI DELLA FAMIGLIA SONO UN MIX ESPLOSIVO CHE MINA LA SALUTE MENTALE TRA LE MURA DOMESTICHE. CHE FARE?
C’è una grossa crisi», intercalava con spiccato accento foggiano il santone Quelo ad ogni telefonata, esilarante gag del comico Corrado Guzzanti che prendeva in giro i sedicenti nuovi filosofi, guaritori e tutti quelli che ad essi si affidano.
Di crisi ci riempiono le orecchie anche le prime notizie di ogni Tg e così tutti, a forza di informarci compulsivamente sul prezzo del greggio, sul pil, sulla recessione, sui licenziamenti, le mobilità e sulle manovre economiche di Obama, ci siamo convinti di essere proprio in un periodo nero. E la depressione collettiva avanza. Ovunque facce scoraggiate, commercianti sconsolati, genitori ansiosi per il futuro dei loro figli, la paura di non poter garantire il tenore di vita a cui erano abituati; e dall’altra parte volti forzatamente felici di chi ci propone nuovi investimenti e acquisti sorridendo: «Ma quale crisi? Va tutto bene!».
Tra le mura domestiche la parola crisi rischia di declinarsi in maniera drammatica. Perché? Perché l’operazione è semplice: “crisi della famiglia” più “crisi economica globale” uguale “un disastro”.
Sì, perché camminare zoppi si fa fatica, ma senza è impossibile... Uno potrebbe sognare – come anche don Oreste dipingeva la sua famiglia di origine – che il lavoro va così così, ma si torna a casa e si assapora il calore e la semplicità dell’amore familiare, un altro potrebbe – come
molti hanno fatto negli ultimi anni – affogare nel lavoro le delusioni coniugali e lo stress dei figli. Ma quando i fronti vanno entrambi male? Che fare?
E così le mogli si esasperano, i mariti sono depressi e deprimenti, i figli schizzano e ogni bolletta o spesa da sostenere getta benzina sul fuoco. A dire il vero qualche differenza tra la crisi globale e la crisi familiare c’è.
Sì, è già stato detto che bisogna dare delle priorità e che – per i nostri lettori che amano le scelte di senso – è ovvio che si preferisce investire sugli affetti familiari. Ma non stiamo troppo sul vago-teorico. Mentre della crisi globale rimaniamo in gran parte spettatori, sulla crisi familiare possiamo intervenire in modo diretto.
Regalarsi momenti insieme, avere tempo per agire con- sapevolmente le relazioni e non solamente reagire alle provocazioni, creare un clima di dialogo, affrontare insieme i problemi. Avremo meno bisogno di compensare le nostre frustrazioni con acquisti inutili ma i vantaggi potrebbero non finire qui. Acute ricerche americane hanno rilevato che, nell’ultimo secolo, ad ogni recessione diminuiscono drasticamente gli infarti e gli incidenti stradali. Che dire? Tutta salute.
Di crisi ci riempiono le orecchie anche le prime notizie di ogni Tg e così tutti, a forza di informarci compulsivamente sul prezzo del greggio, sul pil, sulla recessione, sui licenziamenti, le mobilità e sulle manovre economiche di Obama, ci siamo convinti di essere proprio in un periodo nero. E la depressione collettiva avanza. Ovunque facce scoraggiate, commercianti sconsolati, genitori ansiosi per il futuro dei loro figli, la paura di non poter garantire il tenore di vita a cui erano abituati; e dall’altra parte volti forzatamente felici di chi ci propone nuovi investimenti e acquisti sorridendo: «Ma quale crisi? Va tutto bene!».
Tra le mura domestiche la parola crisi rischia di declinarsi in maniera drammatica. Perché? Perché l’operazione è semplice: “crisi della famiglia” più “crisi economica globale” uguale “un disastro”.
Sì, perché camminare zoppi si fa fatica, ma senza è impossibile... Uno potrebbe sognare – come anche don Oreste dipingeva la sua famiglia di origine – che il lavoro va così così, ma si torna a casa e si assapora il calore e la semplicità dell’amore familiare, un altro potrebbe – come
molti hanno fatto negli ultimi anni – affogare nel lavoro le delusioni coniugali e lo stress dei figli. Ma quando i fronti vanno entrambi male? Che fare?
E così le mogli si esasperano, i mariti sono depressi e deprimenti, i figli schizzano e ogni bolletta o spesa da sostenere getta benzina sul fuoco. A dire il vero qualche differenza tra la crisi globale e la crisi familiare c’è.
Sì, è già stato detto che bisogna dare delle priorità e che – per i nostri lettori che amano le scelte di senso – è ovvio che si preferisce investire sugli affetti familiari. Ma non stiamo troppo sul vago-teorico. Mentre della crisi globale rimaniamo in gran parte spettatori, sulla crisi familiare possiamo intervenire in modo diretto.
Regalarsi momenti insieme, avere tempo per agire con- sapevolmente le relazioni e non solamente reagire alle provocazioni, creare un clima di dialogo, affrontare insieme i problemi. Avremo meno bisogno di compensare le nostre frustrazioni con acquisti inutili ma i vantaggi potrebbero non finire qui. Acute ricerche americane hanno rilevato che, nell’ultimo secolo, ad ogni recessione diminuiscono drasticamente gli infarti e gli incidenti stradali. Che dire? Tutta salute.