A CINQUE ANNI DARLE DA MANGIARE È UNA BATTAGLIA. COME FA UNA FAMIGLIA A VIVERE SERENAMENTE IL MOMENTO DEL PASTO?
"Boca mia, boca tua, boca del can... ahm", si usa nel Veneto. Oppure si passano in rassegna i parenti: «Questo cucchiaio è per la mamma, questo per la zia, questo per la nonna...». Quando diventano più grandicelli, la faccenda si fa più comica, o più tragica: e allora le mamme rincorrono i piccoli armate di cucchiaio pieno, i papà si trasformano in camicie di forza, e poi minacce: «Stai seduto a tavola!», «Se non mangi, niente gelato!», «Guarda quei bambini là che sono più piccoli di te e sono più bravi!».
Nella nostra società opulenta sempre meno il cibo è solo nutrizione; prevalgono gli aspetti simbolici, rituali e comunicativi.
«Mia figlia di 5 anni, prima ancora di aver visto quanto cibo ha nel piatto (ho provato anche a dimezzare le dosi) mi dice: “Non mangio tutto”. – ci scrive Michela – Ogni volta che si siede a tavola le viene una grande sonnolenza e fa così fatica a mangiare».
Per prima cosa, Michela, chiedi al pediatra se questa inappetenza compromette la sua crescita. Sgombrato il campo da questa possibile complicanza, vediamo l’aspetto del comportamento.
La sonnolenza ha a che fare con qualcosa di regressivo, il che è anche comprensibile, visto che, mi scrivi, hai un’altra bimba di 6 mesi. Non è importante che «questo atteggiamento sia iniziato più di un anno fa», perché sap- piamo bene che i bambini reagiscono molto prima della
nascita al fratellino. Addirittura a volte se ne accorgono dando segnali (ad esempio ricominciano a fare la pipì a letto) prima che la madre sappia di essere incinta. Miracoli della vita nel grembo!
Prova allora a metterti nei suoi panni, a vivere l’am- bivalenza tra l’affetto verso la piccolina (a 5 anni già potrebbe fantasticare di fare la mammina) e allo stesso tempo vedere quella sorellina che le ha rubato il seno ma- terno. Tra il voler essere grande e il voler tornare piccola.
È confusa. E nella confusione si chiede e vi chiede: «Qualcuno si accorge di me? Qualcuno mi aiuta a ricono- scermi, a capire chi sono?».
E invece, come succede comunemente nelle famiglie affaticate da lavoro, figli piccoli, fratellini, «dopo aver provato a convincerla con le buone, io e il papà ci arrab- biamo».
Così lei non si sente capita, e voi vi sentite inadeguati e frustrati. Arrabbiarsi non serve, e questo l’avete già capito con l’esperienza.
Che fare? In questo momento la sua fame d’amore ad- dormenta la fame di cibo. Lasciate perdere il cibo e vivete il momento dei pasti soprattutto come un momento di convivialità, di dialogo. Datele ascolto e vicinanza.
Siete genitori attenti, quindi sicuramente avete le com- petenze per farlo.
Nella nostra società opulenta sempre meno il cibo è solo nutrizione; prevalgono gli aspetti simbolici, rituali e comunicativi.
«Mia figlia di 5 anni, prima ancora di aver visto quanto cibo ha nel piatto (ho provato anche a dimezzare le dosi) mi dice: “Non mangio tutto”. – ci scrive Michela – Ogni volta che si siede a tavola le viene una grande sonnolenza e fa così fatica a mangiare».
Per prima cosa, Michela, chiedi al pediatra se questa inappetenza compromette la sua crescita. Sgombrato il campo da questa possibile complicanza, vediamo l’aspetto del comportamento.
La sonnolenza ha a che fare con qualcosa di regressivo, il che è anche comprensibile, visto che, mi scrivi, hai un’altra bimba di 6 mesi. Non è importante che «questo atteggiamento sia iniziato più di un anno fa», perché sap- piamo bene che i bambini reagiscono molto prima della
nascita al fratellino. Addirittura a volte se ne accorgono dando segnali (ad esempio ricominciano a fare la pipì a letto) prima che la madre sappia di essere incinta. Miracoli della vita nel grembo!
Prova allora a metterti nei suoi panni, a vivere l’am- bivalenza tra l’affetto verso la piccolina (a 5 anni già potrebbe fantasticare di fare la mammina) e allo stesso tempo vedere quella sorellina che le ha rubato il seno ma- terno. Tra il voler essere grande e il voler tornare piccola.
È confusa. E nella confusione si chiede e vi chiede: «Qualcuno si accorge di me? Qualcuno mi aiuta a ricono- scermi, a capire chi sono?».
E invece, come succede comunemente nelle famiglie affaticate da lavoro, figli piccoli, fratellini, «dopo aver provato a convincerla con le buone, io e il papà ci arrab- biamo».
Così lei non si sente capita, e voi vi sentite inadeguati e frustrati. Arrabbiarsi non serve, e questo l’avete già capito con l’esperienza.
Che fare? In questo momento la sua fame d’amore ad- dormenta la fame di cibo. Lasciate perdere il cibo e vivete il momento dei pasti soprattutto come un momento di convivialità, di dialogo. Datele ascolto e vicinanza.
Siete genitori attenti, quindi sicuramente avete le com- petenze per farlo.
Attenzione
al sovrappeso
A fronte delle famiglie nelle quali dare da mangiare ai figli è un’impresa, in Italia i risultati di un’indagine promossa dal Ministero della Salute indicano che all’età di 9 anni in città campione di Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Calabria il 23,9% dei bambini è in sovrappeso ed il 13,6% è obeso. L’obesità è il disordine nutrizionale più frequente nei Paesi sviluppati e in particolare l’obesità infantile è uno dei problemi più frequenti in età pediatrica, vista la sua correlazione con significativi rischi per la salute (malattie cardiovascolari, pressione alta, diabete, ipercolesterolemia).
al sovrappeso
A fronte delle famiglie nelle quali dare da mangiare ai figli è un’impresa, in Italia i risultati di un’indagine promossa dal Ministero della Salute indicano che all’età di 9 anni in città campione di Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Calabria il 23,9% dei bambini è in sovrappeso ed il 13,6% è obeso. L’obesità è il disordine nutrizionale più frequente nei Paesi sviluppati e in particolare l’obesità infantile è uno dei problemi più frequenti in età pediatrica, vista la sua correlazione con significativi rischi per la salute (malattie cardiovascolari, pressione alta, diabete, ipercolesterolemia).