CON GLI ALTRI BAMBINI SEMBRA UN PULCINO, ED È SEMPRE MOLTO INSICURA. CHE FARE CON UNA BAMBINA CHE HA UNA SPECIE DI ANSIA SOCIALE? COMINCIAMO COL TRASMETTERLE LA GIOIA DI VIVERE
La mia bambina di 6 anni e mezzo – scrive nella sua lunga e preoccupata lettera Eliana – frequenta la prima elementare e la maestra mi dice che quando in classe fanno delle attività si blocca e, se incoraggiata a fare il compito, si mette a piangere. Con me poi: ogni volta che dobbiamo andare a qualche festa di compleanno sono tragedie, e al parco giochi o se ne sta in disparte a guardare o subisce passivamente le iniziative degli altri: un pulcino. Mi tocca invitare le sue amichette ad una ad una, ma proprio in gruppo si sente a disagio. Ah, anche con i nonni si trova bene, ma io non sono d’accordo che la trattino come una di 3 anni. Che dire, io sono esausta anche perché ho un altro piccolo di appena un anno, mio marito minimizza, e troppo spesso – lo confesso – perdo le staffe. Vorrei capire che fare».
E ti chiedi perché questa figlia fa così invece di godersi la sua giovane età, e perché hai un altro peso, già ne avevi abbastanza!
Io partirei da qui, dallo sguardo su una mamma stanca che ha poche occasioni per trasmettere la gioia di vivere alla sua bambina. Il senso di colpa è in agguato. «Non le sto dedicando il tempo e le energie necessarie. Il piccolo mi prosciuga. Mio marito si è defilato con la scusa del lavoro. I nonni la viziano». E, si sa, il senso di colpa è pa- rente stretto della rabbia. Ecco allora che si esplode...
Quando si entra alla scuola elementare poi i bambini si
affacciano in un nuovo mondo: si fa sempre più chiara la consapevolezza del proprio esserci e vengono richieste delle performance. Immagino che per te sia dura rapportarti a lei. Magari ti senti sperduta con tua figlia.
Prima di pensare a lei, cara Eliana, pensa un po’ a metterti in una condizione di maggior benessere. Pensa a ritagliarti un po’ di tempo e di energie per dedicarti a te e a ciò che più ti piace. Fai un po’ di sport, esci con tuo marito, coltiva qualche bella relazione con le tue amiche e, se ti senti un po’ arida anche spiritualmente, prenditi un po’ di tempo per pregare.
Come fare? Tuo marito va sicuramente coinvolto, spie- gandogli proprio che forse lui avrebbe anche qualche marcia in più per infondere sicurezza a sua figlia. Poi fai riferimento ai nonni: già che sono così bravi con i piccoli, dai loro anche il secondogenito qualche volta.
Vedrai che con un po’ più di carica riuscirai a vedere tua figlia con meno pena e – soprattutto – tua figlia vedrà una mamma forte che potrà essere un modello: «Che bello mamma: anch’io, un giorno, sarò come te».
E ti chiedi perché questa figlia fa così invece di godersi la sua giovane età, e perché hai un altro peso, già ne avevi abbastanza!
Io partirei da qui, dallo sguardo su una mamma stanca che ha poche occasioni per trasmettere la gioia di vivere alla sua bambina. Il senso di colpa è in agguato. «Non le sto dedicando il tempo e le energie necessarie. Il piccolo mi prosciuga. Mio marito si è defilato con la scusa del lavoro. I nonni la viziano». E, si sa, il senso di colpa è pa- rente stretto della rabbia. Ecco allora che si esplode...
Quando si entra alla scuola elementare poi i bambini si
affacciano in un nuovo mondo: si fa sempre più chiara la consapevolezza del proprio esserci e vengono richieste delle performance. Immagino che per te sia dura rapportarti a lei. Magari ti senti sperduta con tua figlia.
Prima di pensare a lei, cara Eliana, pensa un po’ a metterti in una condizione di maggior benessere. Pensa a ritagliarti un po’ di tempo e di energie per dedicarti a te e a ciò che più ti piace. Fai un po’ di sport, esci con tuo marito, coltiva qualche bella relazione con le tue amiche e, se ti senti un po’ arida anche spiritualmente, prenditi un po’ di tempo per pregare.
Come fare? Tuo marito va sicuramente coinvolto, spie- gandogli proprio che forse lui avrebbe anche qualche marcia in più per infondere sicurezza a sua figlia. Poi fai riferimento ai nonni: già che sono così bravi con i piccoli, dai loro anche il secondogenito qualche volta.
Vedrai che con un po’ più di carica riuscirai a vedere tua figlia con meno pena e – soprattutto – tua figlia vedrà una mamma forte che potrà essere un modello: «Che bello mamma: anch’io, un giorno, sarò come te».
Genitori ansiosi, figli pure
«Negli ultimi anni il numero di bambini e ragazzini che manifesta specifici disturbi d’ansia ha raggiunto un livello da allarme sociale. Pare che il 21% dei ragazzi di 8, 12 e 17 anni presenti una sintomatologia e disturbi tali da giustificare una diagnosi di ansia». Inizia così una recente “guida per genitori di bimbi ansiosi”. E poi elenca i campanelli d’allarme: se a 1 anno il bambino ha disturbi dell’alimenta- zioneodelsonno,sea 2 o 3 anni il bambino ha difficoltà a separarsi dai genitori e a affrontare l’ingresso nella scuola materna, eccetera.
Figli ansiosi, genitori ansiosi, figli ancora più ansiosi... via così.