A nostra figlia Lia, di 13 anni, è stato proposto dalla scuola di fare un gemellaggio a Berlino con altri 11 compagni. Non conosciamo le famiglie. Ho manifestato la mia preoccupazione e sono stata criticata sia da mio marito Andrea che da Lia, che ha trovato in mio marito un valido alleato per quest'esperienza che la esalta. Ma che fa Andrea? Le dà i soldi e le firma l’autorizzazione.
È scattata in me una grande rabbia. Mi sono sentita svalutata e ho recepito in mia figlia un messaggio del tipo «mio papà è un grande e tu mamma non vali nulla».
Ora la decisione è stata presa. A Lia ho detto che sono contraria perché le voglio bene e che alle volte dire di no costa molto di più che un semplice sì.
Katia - via mail
Non ti sei sentita presa in considerazione per le tue preoccupazioni; poi, una potente alleanza padre-figlia ti ha messo in scacco e tu ti sei trovata fuori gioco. Ci credo Katia che sia scattata in te una grande rabbia!
Che sta succedendo? Sì, perché qui non si tratta di capire se mandare o meno Lia in Germania, ma di capire come sono strutturate le relazioni in casa tua e come vengono prese le decisioni. Visto che non vi conosco, la prima domanda che ti farei è: «Ma come hai potuto permetterlo?» e immagino che sarà anche la domanda che ti fa più arrabbiare.
In un rapporto a due infatti sappiamo che uno prende spazio dove l’altro lo cede. Può allora essere che in questo momento la relazione con tua figlia tredicenne non sia molto facile, e che tu abbia delegato un po’ a tuo marito.
Solo che poi lui si lascia prendere un po’ la mano, e prende un’iniziativa unilaterale. «Papà è un grande e tu mamma non vali nulla», ed ecco qui ti dai da sola una risposta, condividendo con molta trasparenza questo sentimento di inadeguatezza che viene da lontano.
Katia, penso che tu debba al più presto chiarire con tuo marito i confini del vostro rapporto, e del vostro essere genitori, e le modalità con le quali prendere le decisioni.
Le alleanze "in verticale" tra un genitore e il figlio, sono pericolose perché danno un apparente senso di onnipotenza al quale seguirà una forte insicurezza.
La forza per farlo tu ce l’hai sicuramente, considerata la lucidità con la quale non hai mollato ma sei tornata alla carica da tua figlia per spiegarle l’amore insito nella tua preoccupazione di mamma.
E penso anche che la relazione con tuo marito abbia delle grandi potenzialità, in quanto nella modalità piuttosto infelice con la quale avete condotto questa faccenda, c’è comunque un certo ordine: una madre giustamente preoccupata per la giovane figlia e un padre giustamente entusiasta per l’avventura. Siete i due lati della stessa medaglia.
Fate in modo che le vostre differenze, che adesso vi fanno soffrire, diventino uno scambio fecondo di conoscenza reciproca.
Che sta succedendo? Sì, perché qui non si tratta di capire se mandare o meno Lia in Germania, ma di capire come sono strutturate le relazioni in casa tua e come vengono prese le decisioni. Visto che non vi conosco, la prima domanda che ti farei è: «Ma come hai potuto permetterlo?» e immagino che sarà anche la domanda che ti fa più arrabbiare.
In un rapporto a due infatti sappiamo che uno prende spazio dove l’altro lo cede. Può allora essere che in questo momento la relazione con tua figlia tredicenne non sia molto facile, e che tu abbia delegato un po’ a tuo marito.
Solo che poi lui si lascia prendere un po’ la mano, e prende un’iniziativa unilaterale. «Papà è un grande e tu mamma non vali nulla», ed ecco qui ti dai da sola una risposta, condividendo con molta trasparenza questo sentimento di inadeguatezza che viene da lontano.
Katia, penso che tu debba al più presto chiarire con tuo marito i confini del vostro rapporto, e del vostro essere genitori, e le modalità con le quali prendere le decisioni.
Le alleanze "in verticale" tra un genitore e il figlio, sono pericolose perché danno un apparente senso di onnipotenza al quale seguirà una forte insicurezza.
La forza per farlo tu ce l’hai sicuramente, considerata la lucidità con la quale non hai mollato ma sei tornata alla carica da tua figlia per spiegarle l’amore insito nella tua preoccupazione di mamma.
E penso anche che la relazione con tuo marito abbia delle grandi potenzialità, in quanto nella modalità piuttosto infelice con la quale avete condotto questa faccenda, c’è comunque un certo ordine: una madre giustamente preoccupata per la giovane figlia e un padre giustamente entusiasta per l’avventura. Siete i due lati della stessa medaglia.
Fate in modo che le vostre differenze, che adesso vi fanno soffrire, diventino uno scambio fecondo di conoscenza reciproca.