TRASFORMAZIONI PRE-ADOLESCENZIALI. ANCORA ALLE MEDIE MA SI ATTEGGIA DA ADOLESCENTE RIBELLE. CHE COSA CI VUOL DIRE?
"E pensi dottore che era una ragazza modello – dice concitato il papà – ottimi voti a scuola, a casa sempre disponibile, solare, sorridente. E adesso, nel giro di qualche mese, un disastro. E quando dico disastro non dico quello che voi chiamate “un leggero calo”; parlo del fatto che ci ha portato a casa dei 3 e dei 4!
Anzi, lei che prima ci diceva tutto... questa volta non lo sapevamo neppure... ci hanno chiamato gli insegnanti sconvolti. È stata una doccia fredda e da allora in casa è una guerra, anche tra me e mia moglie».
La signora è presente e ascolta in silenzio, evidentemente contrariata. Sono in allarme e non sanno che pesci pigliare dal punto di vista educativo: le uscite con le amiche, i divieti, proibirle gli sport, sequestro di computer e cellulare. Niente, non serve a niente! Ma che è successo?
«Secondo me sono le amicizie – incalza sempre lui –. È andata a cercarsi proprio le peggiori, sa quelle che si vesto- no di nero con la faccia tutta pallida, piene di braccialetti? Ma si rende conto? Noi siamo considerati una famiglia per bene e lei va in giro con figlie di certe famiglie...».
Mamma è indaffarata con due gemellini di un paio d’anni che non vogliono saperne di stare fermi, mentra papà mi racconta animosamente dei litigi in casa, delle sue prese di posizione, dei suoi tentativi di recuperare la figlia portandola con sé al lavoro.
C’è nella mamma un silenzio che mi insospettisce. Evi- dentemente è dovuto ad un assetto di coppia condiviso nel quale è lui quello forte che prende le decisioni. Ma non mi convince del tutto.
«Lei signora che figlia è stata?», le chiedo invitante. «Tutta
un’altra pasta – mi risponde frettolosamente –, io aiutavo, e ho dovuto occuparmi anche dei miei fratelli più piccoli».
Il mio silenzio evidentemente la interroga ancora prima delle parole. «La mia vita è sempre stata così – sbotta – prima a badare ai miei fratelli e adesso qui sempre alle prese con bambini. E lei, che dovrebbe aiutarmi... invece mi gira le spalle».
Dovrebbe? Certo la signora non si deve sentire a suo agio con la figlia ribelle, quando lei non ha mai potuto permetterselo.
È facile rimanere bloccati quando i figli presentano atteggiamenti che noi non ci siamo mai concessi. Una sor- ta di invidia, mista ad ammirazione, mista ad un senso di incapacità a fronteggiare la situazione.
Ma è lei che la figlia cerca, una madre che le sappia offrire un modello forte e realizzato di essere donna, non che si nasconde dietro i bambini da accudire. Visto che questa mamma non l’ha mai fatto, la figlia può offrirle un’ottima occasione di crescita.
Anzi, lei che prima ci diceva tutto... questa volta non lo sapevamo neppure... ci hanno chiamato gli insegnanti sconvolti. È stata una doccia fredda e da allora in casa è una guerra, anche tra me e mia moglie».
La signora è presente e ascolta in silenzio, evidentemente contrariata. Sono in allarme e non sanno che pesci pigliare dal punto di vista educativo: le uscite con le amiche, i divieti, proibirle gli sport, sequestro di computer e cellulare. Niente, non serve a niente! Ma che è successo?
«Secondo me sono le amicizie – incalza sempre lui –. È andata a cercarsi proprio le peggiori, sa quelle che si vesto- no di nero con la faccia tutta pallida, piene di braccialetti? Ma si rende conto? Noi siamo considerati una famiglia per bene e lei va in giro con figlie di certe famiglie...».
Mamma è indaffarata con due gemellini di un paio d’anni che non vogliono saperne di stare fermi, mentra papà mi racconta animosamente dei litigi in casa, delle sue prese di posizione, dei suoi tentativi di recuperare la figlia portandola con sé al lavoro.
C’è nella mamma un silenzio che mi insospettisce. Evi- dentemente è dovuto ad un assetto di coppia condiviso nel quale è lui quello forte che prende le decisioni. Ma non mi convince del tutto.
«Lei signora che figlia è stata?», le chiedo invitante. «Tutta
un’altra pasta – mi risponde frettolosamente –, io aiutavo, e ho dovuto occuparmi anche dei miei fratelli più piccoli».
Il mio silenzio evidentemente la interroga ancora prima delle parole. «La mia vita è sempre stata così – sbotta – prima a badare ai miei fratelli e adesso qui sempre alle prese con bambini. E lei, che dovrebbe aiutarmi... invece mi gira le spalle».
Dovrebbe? Certo la signora non si deve sentire a suo agio con la figlia ribelle, quando lei non ha mai potuto permetterselo.
È facile rimanere bloccati quando i figli presentano atteggiamenti che noi non ci siamo mai concessi. Una sor- ta di invidia, mista ad ammirazione, mista ad un senso di incapacità a fronteggiare la situazione.
Ma è lei che la figlia cerca, una madre che le sappia offrire un modello forte e realizzato di essere donna, non che si nasconde dietro i bambini da accudire. Visto che questa mamma non l’ha mai fatto, la figlia può offrirle un’ottima occasione di crescita.