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NATALE LITIGARELLO

23/12/2010

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PROVOCARE
IL CONFLITTO DA PARADOSSALMENTE LA SENSAZIONE DI TIRARSI UN PO' SU. UNA SCARICA DI ADRENALINA.


Caro Marco, ho bisogno di una spiegazione. Siamo una giovane coppia con un bambino che ha appena compiuto un anno. Ci vogliamo bene e ci sembra di non avere particolari problemi.
Durante il periodo delle feste natalizie, però, è successa una cosa strana: io e mia moglie abbiamo passato tutto il tempo a litigare! Non riesco a comprenderne le cause, sembrava quasi che vi fosse una strana voglia di cercare il litigio, trattarci male, non comprenderci... Questo mi ha fatto veramente stare male perché, invece, mi ero preparato a vivere questo bellissimo periodo, per la nascita di Nostro Signore, nel migliore dei modi, con l’animo predisposto ad un sano e felice periodo di Festa con la mia famiglia.
Riesci in qualche modo a spiegarmi la contraddizione che abbiamo vissuto tra la “festa di serenità” e questa “grande litigiosità”?

Thomas


L'amaro rimpianto per un’occasione perduta. Questo leggo nella tua lettera, Thomas. E c’è incredulità:
capitasse a chi percorre le vie dell’aridità e dell’individualismo! A chi cerca solo il Natale consumistico dell’usa e getta! Ma perché proprio a noi? Che magari siamo stati a confessarci l’ultimo sabato pomeriggio prima della Vigilia, che abbiamo preparato insieme albero e presepe? E adesso siamo qui col muso imbronciato. Gesù, bambino buono, dove sei? Perché non visiti la nostra casa? Ti sei scordato di noi?
E quella “strana voglia” di cercare il litigio. «Non faccio il bene che voglio, bensì il male che non voglio», diceva già Paolo di Tarso ai Romani. Contraddizione, anche in lui. Un collega mi parlò con un certo cinismo del massiccio afflusso al suo studio di consulenza familiare nei mesi di gennaio- febbraio, nefasto esito «dei danni del Natale», disse. Dunque non siete i soli, Thomas. Certo, magra consolazione. Rimane il «perché?». Durante le vacanze di Natale si passa più tempo insieme – ovvio – e quindi è inevitabile confrontarsi/affrontarsi su alcuni nodini che magari, nel ritmo della ferialità, erano rimasti in sospeso. Non sottovalutate neppure la stagione: i mesi invernali sono per alcuni molto depressivi, e provocare il conflitto (più o meno consapevolmente) dà paradossalmente la sensazione di tirarsi un po’ su. Una scarica di adrenalina. Vedi, la contraddizione è solo apparente. Ma, nel vostro caso, una giovane famiglia che cerca attivamente il bene, la motivazione principale credo sia proprio lo scarto tra le alte aspettative del “magico Natale” ricolmo solo di bontà, e il senso del proprio limite, delle incomprensioni, dei sentimenti ambivalenti, della fatica fisica di accudire il vostro bimbo. L’amarezza di non essere proprio come si vorrebbe. Che fare? Primo, non spaventatevi e non rinnegate questo momento. Lasciatelo decantare lentamente in voi come la neve che scende d’inverno, che tutto ovatta e tutto imbianca. Accettate con benevolenza e misericordia le vostre debolezze. Poi riconciliatevi, se non l’avete ancora fatto, e ripartite con rinnovato slancio.
Tra un mese sarà Pasqua, festa di Cristo risorto. Coraggio!




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    AUTORE

    Marco Scarmagnani
    giornalista e
    consulente familiare

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