
Ho lasciato quasi al completo la tua lunga mail perché ci fa entrare bene nel pathos, nello svolgersi anche emotivo della tua preoccupazione. Rilevare un disagio, interrogarsi, cercare delle strategie di soluzione, rivederle e chiedersi l’atteggiamento più adatto, andando sempre più a fondo. Poco importa che la carenza di attenzioni che ti rimprovera tuo figlio sia reale. L’importante è non lasciarlo solo e travolto dal sentimento. Legittimare un sentimento non significa approvarlo. Accogliete questo suo bisogno di avere di più (in cose o in affetto, che poi, come hai capito bene, sono collegate), stategli vicino e fategli capire che sentite quanto soffre. E allo stesso tempo offritegli il vostro supporto e la vostra esperienza per tollerare questa frustrazione.
Accoglienza e confine, l’abbiamo detto più volte. Solitamente queste due funzioni si spartiscono rispettivamente tra mamma e papà. Voi trovate l’assetto più congeniale alle vostre personalità. È un tema che ritornerà per tutta la vita, e che molti adulti – quelli ch non sono mai sazi di cibo, di lavoro, di soldi – ancora non hanno risolto.
In realtà è un bisogno esistenziale, una ricerca di senso, di infinito, che né le persone (limitate), né le cose (effimere) possono colmare.